sabato 10 agosto 2013

METODOLOGIE E PROCEDURE D'ALLENAMENTO

Gli studi e gli stages che ho fatto per conseguire i vari brevetti e per cultura personale, non sarebbero serviti a nulla se non avessi messo in pratica quanto studiato, praticando diversi sport. In questo modo sono riuscito ad apprendere meglio quello che ho studiato, ma soprattutto  a farmi una valutazione critica su quello che dice la teoria.
Ho in questo modo sviluppato una metodologia di lavoro e delle procedure che permettono di raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati. Questa metodica mi ha permesso di raggiungere i miei obiettivi, che sono diretti sia verso una performance agonistica sia verso la longevità sportiva. Caratterizzata da una assenza di infortuni (tocco ferro) e di problemi debilitanti che alla mia età e per l’utilizzo che ne ho fatto fino ad oggi del mio fisico dovrebbero essere normali.
Gli obiettivi possono essere i più svariati, chi viene mosso dalla necessità di perdere peso per un motivo estetico e salutistico, chi viene mosso dalla ricerca di performance nella propria disciplina. Tutti devono seguire una metodica, che deve essere semplice e fattibile, deve avere la caratteristica di essere completa e portare risultati duraturi, magari lenti ma continui, proprio per dare tempo al nostro fisico di adattarsi alle nuove sollecitazioni. Tutti conosciamo persone che sono dimagrite parecchio in poco tempo facendo la fame, sappiamo pure che dopo qualche mese li abbiamo rivisti come erano all’inizio anzi in alcuni casi più grassi. Conosciamo persone che hanno raggiunto in brevissimo tempo risultati cronometrici perché si sono stressati in modo eccessivo, sappiamo pure che dopo qualche mese li abbiamo visti infortunati gravemente oppure in una fase involutiva. Tutti questi fenomeni sono dovuti alla pratica di allenamenti senza una logica di miglioramento costante e progressivo.
Il mio metodo che ho chiamato ARAM è un metodo che tiene conto di quello che ho appena descritto, è semplice, (per i più superficiali può sembrare banale) porta risultati costanti e duraturi, col tempo diventa un modo di essere, si segue in modo naturale e non porta a fasi di abbandono.
Vediamo cosa significa:
A  sta per allenamento, ovviamente nessun risultato può essere raggiunto senza dare degli stimoli allenanti al corpo ed alla mente.
R  sta per riposo, il riposo è parte integrante dell’allenamento, non è contro l’allenamento, è proprio nella fase di riposo che il corpo si adatta ai nuovi stimoli ricevuti dall’allenamento.
A  sta per alimentazione, ormai è riconosciuto da tutti che una corretta alimentazione e la dovuta integrazione permette di recuperare meglio lo stress che il fisico e la mente ricevono con l’allenamento e predispongono a ricevere meglio altri stress allenanti.
M sta per mente, l’aspetto psicologico nelle fasi di allenamento per raggiungere i propri obiettivi è determinante, avere un atteggiamento positivo verso quello che si fa è fonte di motivazione per continuare ad allenarsi e migliorarsi. Questo è possibile seguendo delle procedure, che spiegherò più avanti, che inducono fiducia nei propri mezzi.
Trascurare anche solo una di queste fasi potrebbe compromettere il raggiungimento dei propri obiettivi.
Questa metodologia mi ha portato ad un costante miglioramento e mi ha permesso di raggiungere sempre gli obiettivi che mi sono prefissato. Questo metodo è incompleto se non si tiene conto di alcune procedure importanti e specifiche per il raggiungimento dei risultati. Come ho accennato prima ci sono degli aspetti che dobbiamo tenere conto come quelli psicologici, se non diamo dei continui stimoli e obiettivi si va incontro a fasi involutive o addirittura di abbandono. Gli obiettivi devono essere ambiziosi ma raggiungibili, altrimenti rimangono sogni, bisogna porre degli obiettivi intermedi prima di quello finale. Così facendo ogni raggiungimento di fase intermedia è da stimolo per il cammino successivo. Altro aspetto da tener conto è il grado atletico iniziale e quello raggiunto ad ogni ciclo di allenamento . Riuscire a comprendere lo stato di stress psico-fisico dell’individuo è importante per saper dosare gli allenamenti per quel ciclo, far eseguire un allenamento troppo impegnativo oppure poco impegnativo può compromettere il risultato finale. Queste valutazioni possono essere effettuate solo da un attento ed esperto allenatore fisico, anzi la giusta valutazione di tutti questi parametri e il dosaggio dei giusti carichi allenanti fa la differenza tra un preparatore atletico ed un buon preparatore atletico.
                Sintetizzando quello che ho appena detto ho sviluppato delle procedure denominate PCP, vediamo cosa voglio dire:
                P sta per personalizzazione, non è possibile fare schede di allenamento uguali per tutti, ognuno di noi risponde in modo diverso agli stimoli allenanti. Recupera in modo e tempi diversi, anche gli stessi obiettivi determinano i diversi carichi di lavoro ed il tipo di lavoro da svolgere. La persona che vuole solo dimagrire non può svolgere gli stessi carichi di chi vuole fare un ironman.
                C sta per costanza nessun risultato può essere raggiunto in breve tempo, anzi se succede deve essre un campanello d’allarme perché potrebbe voler dire che ci si è stressati troppo e potremmo andare incontro ad una involuzione oppure ad abbandonare comunque vicini alla fase denominata over training, pericolosa e dannosa per il fisico e soprattutto la mente. Potrebbe voler dire anche che gli obiettivi non erano in linea con le reali possibilità dell’individuo, è comunque un errore di valutazione, meno grave del caso precedente e facilmente recuperabile.
                P sta per progressione, bisogna sempre tenere presente che il corpo ha bisogno del giusto tempo per adattarsi agli stimoli allenanti, bisogna tener presente anche che il corpo è abitudinario ed è programmato per la conservazione quindi una volta assimilato uno stimolo si adatta e adagia, pertanto bisogna aumentare gli stimoli per dare nuovi stress e indurre il corpo a reagire. Ovviamente lo stress deve essere progressivo, alla fine di ogni ciclo bisogna valutare il miglioramento raggiunto e deve diventare la base per il nuovo ciclo.
                Non tenere conto di queste fasi vorrebbe dire portare l’individuo ad insuccessi sia di performance sia ancor più grave di infortuni seri che possono compromettere il risultato finale. Seguendo queste metodiche e procedure si porta la persona ad avere sempre stimoli continui e progressivi, tanto da evitare le fasi di sconforto dovuto a infortuni e/o al non raggiungimento di risultati che porterebbe all’abbandono dell’attività fisica. Questo è il mio compito ed il compito di tutti i bravi preparatori atletici.


Buon allenamento

Vito Nacci

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