Gli studi e gli stages che ho
fatto per conseguire i vari brevetti e per cultura personale, non sarebbero
serviti a nulla se non avessi messo in pratica quanto studiato, praticando
diversi sport. In questo modo sono riuscito ad apprendere meglio quello che ho
studiato, ma soprattutto a farmi una valutazione
critica su quello che dice la teoria.
Ho in questo modo sviluppato una
metodologia di lavoro e delle procedure che permettono di raggiungere gli
obiettivi che ci siamo prefissati. Questa metodica mi ha permesso di
raggiungere i miei obiettivi, che sono diretti sia verso una performance
agonistica sia verso la longevità sportiva. Caratterizzata da una assenza di
infortuni (tocco ferro) e di problemi debilitanti che alla mia età e per l’utilizzo
che ne ho fatto fino ad oggi del mio fisico dovrebbero essere normali.
Gli obiettivi possono essere i
più svariati, chi viene mosso dalla necessità di perdere peso per un motivo
estetico e salutistico, chi viene mosso dalla ricerca di performance nella
propria disciplina. Tutti devono seguire una metodica, che deve essere semplice
e fattibile, deve avere la caratteristica di essere completa e portare risultati
duraturi, magari lenti ma continui, proprio per dare tempo al nostro fisico di
adattarsi alle nuove sollecitazioni. Tutti conosciamo persone che sono
dimagrite parecchio in poco tempo facendo la fame, sappiamo pure che dopo
qualche mese li abbiamo rivisti come erano all’inizio anzi in alcuni casi più
grassi. Conosciamo persone che hanno raggiunto in brevissimo tempo risultati
cronometrici perché si sono stressati in modo eccessivo, sappiamo pure che dopo
qualche mese li abbiamo visti infortunati gravemente oppure in una fase
involutiva. Tutti questi fenomeni sono dovuti alla pratica di allenamenti senza
una logica di miglioramento costante e progressivo.
Il mio metodo che ho chiamato
ARAM è un metodo che tiene conto di quello che ho appena descritto, è semplice,
(per i più superficiali può sembrare banale) porta risultati costanti e
duraturi, col tempo diventa un modo di essere, si segue in modo naturale e non
porta a fasi di abbandono.
Vediamo cosa significa:
A
sta per allenamento,
ovviamente nessun risultato può essere raggiunto senza dare degli stimoli
allenanti al corpo ed alla mente.
R
sta per riposo, il riposo è
parte integrante dell’allenamento, non è contro l’allenamento, è proprio nella
fase di riposo che il corpo si adatta ai nuovi stimoli ricevuti dall’allenamento.
A
sta per alimentazione, ormai
è riconosciuto da tutti che una corretta alimentazione e la dovuta integrazione
permette di recuperare meglio lo stress che il fisico e la mente ricevono con l’allenamento
e predispongono a ricevere meglio altri stress allenanti.
M sta per mente, l’aspetto psicologico nelle fasi di allenamento per
raggiungere i propri obiettivi è determinante, avere un atteggiamento positivo
verso quello che si fa è fonte di motivazione per continuare ad allenarsi e
migliorarsi. Questo è possibile seguendo delle procedure, che spiegherò più
avanti, che inducono fiducia nei propri mezzi.
Trascurare anche solo una di
queste fasi potrebbe compromettere il raggiungimento dei propri obiettivi.
Questa metodologia
mi ha portato ad un costante miglioramento e mi ha permesso di raggiungere
sempre gli obiettivi che mi sono prefissato. Questo metodo è incompleto se non
si tiene conto di alcune procedure importanti e specifiche per il
raggiungimento dei risultati. Come ho accennato prima ci sono degli aspetti che
dobbiamo tenere conto come quelli psicologici, se non diamo dei continui
stimoli e obiettivi si va incontro a fasi involutive o addirittura di
abbandono. Gli obiettivi devono essere ambiziosi ma raggiungibili, altrimenti
rimangono sogni, bisogna porre degli obiettivi intermedi prima di quello
finale. Così facendo ogni raggiungimento di fase intermedia è da stimolo per il
cammino successivo. Altro aspetto da tener conto è il grado atletico iniziale e
quello raggiunto ad ogni ciclo di allenamento . Riuscire a comprendere lo stato
di stress psico-fisico dell’individuo è importante per saper dosare gli
allenamenti per quel ciclo, far eseguire un allenamento troppo impegnativo
oppure poco impegnativo può compromettere il risultato finale. Queste
valutazioni possono essere effettuate solo da un attento ed esperto allenatore
fisico, anzi la giusta valutazione di tutti questi parametri e il dosaggio dei
giusti carichi allenanti fa la differenza tra un preparatore atletico ed un
buon preparatore atletico.
Sintetizzando
quello che ho appena detto ho sviluppato delle procedure denominate PCP,
vediamo cosa voglio dire:
P sta
per personalizzazione, non è
possibile fare schede di allenamento uguali per tutti, ognuno di noi risponde
in modo diverso agli stimoli allenanti. Recupera in modo e tempi diversi, anche
gli stessi obiettivi determinano i diversi carichi di lavoro ed il tipo di
lavoro da svolgere. La persona che vuole solo dimagrire non può svolgere gli
stessi carichi di chi vuole fare un ironman.
C sta
per costanza nessun risultato può
essere raggiunto in breve tempo, anzi se succede deve essre un campanello d’allarme
perché potrebbe voler dire che ci si è stressati troppo e potremmo andare
incontro ad una involuzione oppure ad abbandonare comunque vicini alla fase
denominata over training, pericolosa e dannosa per il fisico e soprattutto la
mente. Potrebbe voler dire anche che gli obiettivi non erano in linea con le
reali possibilità dell’individuo, è comunque un errore di valutazione, meno
grave del caso precedente e facilmente recuperabile.
P sta
per progressione, bisogna sempre
tenere presente che il corpo ha bisogno del giusto tempo per adattarsi agli
stimoli allenanti, bisogna tener presente anche che il corpo è abitudinario ed
è programmato per la conservazione quindi una volta assimilato uno stimolo si
adatta e adagia, pertanto bisogna aumentare gli stimoli per dare nuovi stress e
indurre il corpo a reagire. Ovviamente lo stress deve essere progressivo, alla
fine di ogni ciclo bisogna valutare il miglioramento raggiunto e deve diventare
la base per il nuovo ciclo.
Non
tenere conto di queste fasi vorrebbe dire portare l’individuo ad insuccessi sia
di performance sia ancor più grave di infortuni seri che possono compromettere
il risultato finale. Seguendo queste metodiche e procedure si porta la persona
ad avere sempre stimoli continui e progressivi, tanto da evitare le fasi di
sconforto dovuto a infortuni e/o al non raggiungimento di risultati che
porterebbe all’abbandono dell’attività fisica. Questo è il mio compito ed il
compito di tutti i bravi preparatori atletici.
Buon allenamento
Vito Nacci
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